venerdì 15 febbraio 2019

martedì 2 giugno 2009

L'autobus per la realtà

Fermata d'Autobus, di Gao Xingjiang. E' l'opera teatrale di un’ora e venti che mi sono sparato 2 sabati fa. Premio Nobel per la letteratura, Gao Xingjiang inscena otto personaggi che, spinti alla deriva da un sistema assurdo, si trovano a una fermata di periferia e attendono l'autobus diretto verso la città. Ma passano i giorni, gli anni e loro son sempre lì. L'attesa infinita crea ansia e condiziona le loro vite (ecc…ecc...). Diciamo un’Aspettando Godot del sol levante. Inutile dirvi che, dopo pochi minuti, la ronfata profonda era in super agguato.

Poi, all’improvviso, il colpo di scena Pirandelliano. Un tizio entra in platea e, urlando incazzato, esclama:
“C’è da spostare un’X5 urgentemente!!!”
Silenzio tombale. Tutti si ammutoliscono, pure gli attori.
“C’è da spostare un’X5 urgentemente, il pullman non riesce a passare!!!!!!!!!”
Ecco allora, timidamente, spuntare una testolina dalle prime file e avviarsi verso l’uscita. Il tale incazzato, individuato il colpevole, rincara la dose:
“…e non c’è niente da ridere!!!”
Di contro il Suvista: “Ma come si permette?”
Di contro il pulmista: “Lei è un cretino!” I due si spostano all’esterno e le urla lentamente si spengono.
Al termine dello spettacolo nessuno ebbe più notizie sui due personaggi e l’accaduto acquistò un alone di mistero. Pensate, sul palco gli attori erano in attesa di un autobus che non passava e nel mondo reale, a pochi metri di distanza, il pullman non solo era arrivato, ma non riusciva addirittura a passare.
Ma allora chi ha più fantasia di tutti? La realtà.

venerdì 29 maggio 2009

Salvate il capitano Terry

Il Barcellona di Guardiola e Messi ha vinto meritatamente la Champions contro un Manchester United stanco e spento, che conferma quanto sia difficile portarsi in finale il fardello del favorito. Il pallone, come la vita, è rotondo e basta aspettare per capire. Ora i Reds piangono, ma solo un anno fa alzavano la Coppa dei Campioni dopo averla vinta ai calci di rigore. Cristiano Ronaldo, poi pallone d’oro, ne sbagliò uno dei 5, servendo la vittoria al Chelsea su un piatto d’argento: a John Terry, capitano dei blues, bastava realizzare l’ultimo rigore per trovarsi sul tetto d’Europa. Ma al momento del tiro scivolò e quella maledetta palla finì sul palo. Così vinse il Manchester, più di chiappa che di merito.

Il destino mercoledì si è ripreso quella sera, facendo sprofondare i super favoriti diavoli rossi all’inferno (appunto) di una finale persa.

Nell'immagine il momento in cui John Terry, contro un Van der Saar ormai battuto, scivolò e prese il palo.

martedì 19 maggio 2009

Salone del libro 2

E ricordatevi che il servitore è il lavoro più nobile del mondo.



domenica 17 maggio 2009

Noi c'ervamo

Salone del Libro di Torino 2009, rubate agli attimi.
























lunedì 27 aprile 2009

Dichiarazioni e dichiarazioni

Ogni anno, terminato il 730, il mio primo pensiero va a tutti quei liberi professionisti pieni di 50 euro accartocciati nei pantaloni che anche quest'anno dichiareranno meno di me.
Se ci pensate bene quella dei redditi è l'unica dichiarazione dove chi può dichiara meno di quello che ha. In tutti gli altri casi è l'esatto contrario: il banfometro è sempre acceso sul massimo e quando arrotondiamo lo facciamo per eccesso.
In amore, ad esempio, si dichiara sempre di più di quello che si ha. Seppur siano presenti molti evasori.

martedì 21 aprile 2009

Il paese di Bugs Bunny

Capita che venerdì sera non esca e mi metta a leggere il blog consigliatomi da Wood http://www.miskappa.blogspot.com/. È il blog di una ragazza dell’Aquila che, a un certo punto, si è trasformato in una fiction, quella del terremoto. Il 7 aprile, giorno dopo la scossa, Anna pubblica un post dove scrive: “Parlano di 200 morti. Bugia. Al momento sono mille. E non è finita”. Subito non ci faccio molto caso, le parole sprizzano rabbia e spavento, shock. Ma i giorni passano e la denuncia sul blog non si placa. Allora provo ad informarmi. Gira di qua gira di la trovo un video in una internet TV che, grazie ad una telecamera nascosta, documenta le parole di un membro della protezione civile che parla proprio dei morti del terremoto: “I clandestini sono nei seminterrati, nei sotterranei, stanno llà…..il 90% delle abitazioni del centro storico sono tutti affitti in nero, quindi chi cazzo ne sa chi ci sta la sotto… tanti di questi in centro storico stanno ancora là sotto…”. Cazzarola allora non è solo il blog di Anna che parla di sta roba. E i giornali nazionali? I TG? Vespa? Perché non ne parlano? Perché quantomeno non indagano? Boh. Ormai è notte inoltrata, ma divorato dalla curiosità cerco ancora e scopro un video di Rai News 24 (mi pare) dove Mario Tozzi, ricercatore e geologo della CNR (per intenderci quello che conduceva il programma Geo), ci ricorda che un terremoto come questo, tra 5,8 e 6 di magnitudo Richter, non è catalogato come catastrofico. Per intenderci il terremoto dell’Aquila è paragonabile a quello del 1997 in Umbria, che fece grandi danni al patrimonio storico, ma solo 11 vittime di cui 5 nella Basilica di S. Francesco. Stessa potenza, poche centinaia di km di distanza, 11 morti contro 300 (o più…)? Stranissimo. Proseguo: sempre sul blog di miss kappa leggo un commento di un visitatore che dice di andare a pagina 236 del best seller di Roberto Saviano, Gomorra. Incredibile. È proprio il libro che sto leggendo. Corro subito sul comodino. Lo apro. Scorro le pagine velocemente. Mi cade. Lo riprendo. Finalmente a pag 236. Inizio a leggere. Mi fermo. Inspiro e rileggo: “So come è stata costruita mezza Italia. La sabbia che ha tirato su i grattacieli. A Castelvolturno nessuno dimentica le file infine dei camion che depredavano il Volturno della sua sabbia. Ora quella sabbia è nelle pareti dei condomini abruzzesi, nei palazzi di Varese, Asiago, Genova…”. Sticazzi.
Fatemi capire: una scossa moderata di terremoto ha fatto crollare intere città e provocato diverse vittime. I media stemperano sul numero dei morti e non si sa per quale ragione. Forse perché troppi cadaveri fanno venire in mente domande strane. Forse perché verrebbero fuori cose che non si possono raccontare. Che mezza Italia è costruita da imprese edili camorristiche che vincono appalti con prezzi cinesi anche grazie alla sabbia gratuita che reperiscono sfregiando i litorali campani, con l’avvallo e l'indifferenza di politica e forze dell’ordine. Che non si accorgono di file di tir che fanno su e giù per le spiagge di Castelvolturno figurati se vanno a controllare che le case siano costruite con norme antisismiche. Poi cade giù tutto, si piange, si fanno i servizi e si fa vedere quanto noi italiani siamo generosi. Poi si ricostrusce. E per ricostruire si fanno gli appalti e gli appalti li vincono gli amici degli amici. E così via. Son sempre più convinto di vivere in un cartone animato. Se in questo preciso istante si sedesse accanto a me Bugs Bunny e mi chiedesse una sigaretta non mi stupirei affatto.
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NOTA: per guardare i "video" che ho citato nel post, ovviamente, basta clikkarci sopra...

martedì 14 aprile 2009

Un libro non fa primavera

In questi giorni di sole e di sensi che si svegliano cosa potreste ambire di meglio di una bella pausa pranzo spaparanzati al caldo di una panchina con in mano un buon libro? Attrezzatevi dunque, munitevi di Panna Smontata!!! (per chi ancora non sapesse di cosa parla il MIO libro può clikkare sulla scheda o sul book trailer).
A partire da oggi il Gastalibropensiero-semiserio che smonta con ironia e stile i luoghi comuni e i falsi miti della società moderna occidentale approda nelle seguenti librerie:

TORINO
Libreria COMUNARDI, via Bogino 2 (è una traversa di via PO)
Libreria ESSAI, vai Filadelfia 229 (è l'unica che mi ha inviato il loghino....)
Libreria – cartoleria LUCKY STAR, corso Unione Sovietica 592 (al capolinea del 4)

SAN MAURO TORINESE
Libreria IL GATTO CHE PESCA, via M. della Libertà 42

SETTIMO TORINESE
Cartolibreria IL CENTRO, via Italia 23/A

ORBASSANO
Libreria DINOITRE, via Cavour 2

Non fate i barbun, correte ad acquistarlo, in omaggio mezzo litro di barbera sfusa.

mercoledì 1 aprile 2009

Tappo dipendenza

E' dalla prima volta in cui abbiamo dormito insieme che ho appreso la singolare abitudine di Simona di dormire con i tappi.
Ed è praticamente da sempre che la prendo in giro per questa strana pratica di conficcarsi dei cosini gialli (che appena scartati sembrano già sporchi di cerume) nelle orecchie prima di addormentarsi. Spesso glieli lancio in giro per la camera da letto, a volte li nascondo oppure mentre dorme glieli tolgo di nascosto.
Il fatto è che a forza di rubarglieli dal suo comodino, di lanciarli sopra il guardaroba e via dicendo (insomma a forza di averceli tra le mani..), tempo fa me li sono piantati anch'io nelle orecchie. E piantali una volta e piantali un'altra, è successo il fattaccio: SONO DIVENTATO TAPPO DIPENDENTE. Non riesco ad addormentarmi senza e, se per caso di notte li perdo, al primo rumore mi sveglio. Lo scorso mese in montagna, dopo aver scoperto di averli dimenticati a casa, ho dovuto pregare in ginocchio Simona per farmene imprestare un paio dei suoi (lei, infatti, con molta più esperienza gira sempre con 2 tappi di scorta in borsetta), diversamente non avrei chiuso occhio. SONO DIVENTATO TAPPO DIPENDENTE.
Sabato l'apoteosi: ho comprato un paio di tappi in lattice super tecnologici da viaggio con tanto di custodia cernierata. Una bomba, non temono alcun tipo di rumore.
Ora i nostri discorsi da tappo dipendenti prima di dormire sfiorano il surreale:
Simona: "Hai chiuso la porta?"
Luca: "......."
Simona: "Ooohhh, hai chiuso la portaaaa?"
Luca: "Eh!...si, l'ho chiusa"
Simona: "E la serranda della veranda?"
Luca: "Cosa?"
Simona: "La serranda!"
Luca: "Notte amore anch'io ti voglio bene"
Simona: "Ma vaffanculo va"

sabato 21 marzo 2009

Nato per essere CULT

La tanto attesa pellicola girata dai registi Bianco / Lanfranco, la risposta torinese ai fratelli Coen, approda finalmente in anteprima sul blog gastaldology: signori e signore ecco a voi il book trailer di Panna Smontata!
E sono già un caso le bizzarre performance dei 2 protagonisti del video, Luca Ciula e Luca Gasta, che con le loro spiccate personalità hanno diviso l'opinione pubblica: chi sta dalle parte di Luca Ciula? Chi di Gasta? Proibizionisti, anticonformisti, giustizionalisti e innocentisti, insurrezionalisti, Guelfi, Ghibellini, Diavoli e Acque Sante. A voi l'ardua sentenza.

Panna Smontata il trailer, nato per essere cult.
GUARDA IL TRAILER


Ed ora vai con le recensioni

“Se anche Costantino Vitagliano ha scritto un libro, allora pure Gasta può farlo”
La Repubblica

“Compra Panna Smontata, aiuta uno scrittore in erba (ma l’erba quello buona)”
Bob Marley

“In un momento di crisi investi in scrittura (volevamo scrivere “cultura” ma nel caso di Panna Smontata “scrittura” va più che bene)
Agenzia pubblicitaria Armando Testa al momento del lancio del book trailer
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"Gasta non ha recitato male, quasi quasi lo scritturo per il prossimo film"
Carlo Vanzina
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"Panna Smontata, e sei protagonista"
Vasco Rossi

martedì 17 marzo 2009

Boris l'acchiappa gnocche


Eccolo qua il dottorissimo bis che come al solito si conferma il peggiore.
Ed alla sua festa non potevano mancare le ex fidanzate storiche....

Martina, cui Boris nell'intimità chiamava convergenza



E sharon, detta la Orsolina.

giovedì 12 marzo 2009

Non c'è più niente da sfottere

Mercoledì gli sfottò degli interisti. Oggi ero pronto alla ritorsione juventina. Che però stranamente non ha avuto luogo o meglio, qualcosina ma nulla di eccezionale. Che strano. Silenzio. Forse vuol dire vergogna, da parte un po’ di tutti. Pensandoci bene non è solo la disfatta europea di 3 squadre ma la sconfitta di un intero paese. L’unica cosa sensata, come al solito, l'ha detta Sacchi: in un ambiente marcio, negativo, violento ed ignorante come quello del calcio italiano, dove i tifosi interferiscono con le società, i presidenti con gli allenatori e i media urlano allo scandalo audiencizzante, è praticamente impossibile che venga fuori qualcosa di buono.
Gli inglesi, che non ragionano come noi, ci insegnano a considerare il calcio come uno sport e non come un gioco. Per capire meglio cosa intendo dirvi vi riporto un post di qualche tempo fa che usa il calcio come metafora della vita.

Il mercatino delle scuse
mercoledì 14 maggio 2008
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La dinamica è sempre la stessa: frenata improvvisa del veicolo che ti precede, tua frenata improvvisa, tamponamento della macchina dietro di te (di solito con conducente donna). Scende una tamarracabina, che esordisce con:
"minchia, ma proprio così mi dovevi inculare?"
Io: "Guarda che chi è stato inculato veramente sono io..."
Tamarracabina: "minchia…però tu un po' facevi zig zag!"
Io: "Cosa..!? stai scherzando, vero?"
Segue una telefonata al suo assicuratore, che ovviamente dice di non firmare nulla. Ma è così difficile al giorno d'oggi prendersi le proprie responsabilità? Quanto è raro, in questi casi, sentire uno: "scusa, non ti ho proprio visto, mi spiace molto". Ma soprattutto, qual è la causa di tutto questo scaricabarilismo, questa continua ricerca di fregare il prossimo per poi vantarsi con famigliari e amici?Facciamo rispettare le regole! Ok, d'accordo.Pene più severe! Ok, d'accordo.Certezza delle pene! Ok d'accordo.Licenziamo i fannulloni! Ok, d'accordo.Tutti però partono dalla cura, nessuno dalla causa.

Il calcio, che è una meravigliosa metafora della vita, può aiutarci a comprendere meglio. Nei paesi di stampo anglosassone il calcio è uno sport, con le sue regole, i suoi principi e i suoi valori. A fine partita uno vince l'altro perde, ci si stringe la mano e si corre a bere una Guinness. Nei paesi di stampo mediterraneo (inseriamo anche America del sud e Messico) il calcio è un gioco, con le sue regole, certo, ma anche con le sue accortezze, le sue astuzie, gli inciuci ed i bluff. A fine partita uno vince l'altro dà la colpa all'arbitro (o, come direbbe Checco Zalone, all'albitro). Ci si insulta e ci si da appuntamento per riempirsi di botte. Attenzione, perché se il giochino ogni tanto non viene oliato con un po' di lealtà, prima o poi si rompe. Ultimamente l'Italia mi sembra un enorme mercatino delle scuse, simile a quello delle spezie di Marrakech, dove contrattare è un'arte e mercanteggiare patteggiando le proprie responsabilità è un dovere. Poi, però, tutti a lamentarsi se qualche multinazionale francese vuole acquisire le nostre bancarelle.